lunedì 3 marzo 2014

MUSICA E RELAZIONI


Saper leggere ricchezza nelle modalità espressive è sinonimo di benessere, mentre la monotonia è sintomo di malessere. Persone ricche di esperienze e di grandi conoscenze danno l’impressione di essere aperti e di avere una buona capacità di affrontare le diverse situazioni con le modalità adeguate.
Fortunatamente le esperienze sono ovunque intorno a noi e noi stessi sembriamo fatti apposta per recepirle. Se pensiamo alla nostra dimensione fisica ci accorgiamo che questa non potrebbe esistere senza relazioni col mondo (infatti respiriamo e mangiamo); la nostra dimensione mentale è preposta alla valutazione dell’ambiente per la sopravvivenza personale; la nostra anima esiste solo in quanto connessa con le altre.
TUTTO IN NOI HA BISOGNO DI RELAZIONI.

- Penso che sia la natura stessa ad avere in sé un principio di ordine relazionale che nella ragione umana trova il suo coronamento come “saggezza solidale”.1 
- L’approccio relazionale della scuola di Palo Alto identifica comportamento (verbale e non verbale) e comunicazione.2 
- Ora che percepire sia conferire un senso ai dati informi dell’esperienza, è una cosa; che questo senso sia lo
stesso del significato semiotico è un’altra. Le due forme di significato sono più legate di quanto non si sia ancora abituati.3 
- La funzione umana del linguaggio è la comunicazione e il contatto sociale. 4 

Poiché il mondo è in continua evoluzione e ci troviamo sempre di fronte a nuovi stimoli, chiudersi alle relazioni significa non apprendere le modalità di risposta adeguate.
È possibile proporre un esempio tratto dalle relazioni quotidiane, analizzate dal punto di vista sonoro musicale: se ho imparato ad esprimermi sempre sotto voce, comunicherò sempre con questa metodica. Se però incontro una persona che urla, il primo istinto è la paura e la fuga. Incontro una novità che non so gestire e scappo.
Pensiamo alle capacità di adattamento dei soggetti disabili, alle difficoltà relazionali fra colleghi di lavoro, fra insegnanti ed alunni e fra medici e pazienti.
In tutti questi casi è possibile guidare il paziente attraverso un percorso di arricchimento delle proprie esperienze fino a che, da solo, non sia in grado di ricercare quelle utili a superare gli stimoli che la vita gli pone di fronte.

La guarigione era il risultato della natura, non dell’azione del medico, che si limitava a partecipare al decorso della malattia […] insieme al paziente.5 

È quindi possibile ed auspicabile che ognuno di noi non solo approfondisca il più possibile ciò che già sa, ma sappia aprirsi anche a ciò che non sa. Se non ne siamo capaci, e la carenza pregiudica un sereno stile di vita, è possibile richiedere l’intervento della disciplina adeguata:

Danza       Che può influire su: movimenti del corpo
Teatro       Che può influire su: espressioni facciali e sguardo
Arte          Che può influire su: scritti e segni grafici
Musica      Che può influire su: espressioni sonore (vocali e non), rigidità corporee

Qui sopra ho proposto prevalentemente attività di tipo artistico poiché sono le più idonee a sviluppare più aree del cervello umano: se sviluppate secondo tecniche di apprendimento di SCHEMI portano ad uno sviluppo cognitivo di tipo LOGICO, se presentate in forma di GIOCO perlustrano l’aspetto EMOTIVO della personalità e se proposte con approccio TERAPEUTICO aiutano ad acquisire le competenze per lo sviluppo RELAZIONALE.
Una situazione ideale vede la formazione di una equipe di figure differenti e complementari che sappia analizzare da più punti di vista la persona e proporre il percorso ideale: Artisti e Arti-Terapisti, Psicologi, Logopedisti, Fisioterapisti e Psicomotricisti, Grafologi, ecc.

Ogni territorio va inteso come spazio utile per “aprire” relazioni ed “accedere” alle varie dimensioni della personalità umana.6 

Tuttavia dobbiamo notare che ognuno di noi viene guidato dalle persone che ha intorno, per cui tutti siamo, potenzialmente, fautori del processo di apertura relazionale, e quindi di guarigione, dei nostri amici a prescindere dal nostro mestiere.

QUINDI: ogni suono è un invito ad apprendere metodi di comportamento capaci di eliminare la paura e aprirci serenamente al mondo.


1 Mancuso V., L’anima e il suo destino, Raffaello Cortina, Milano, 2007, p. 19
2 Anolli L., Ciceri R., La voce delle emozioni, Franco Angeli, Milano, 1992, p. 40
3 Eco e Volli, in: Anolli L., Ciceri R., La voce delle emozioni, Franco Angeli, Milano, 1992, p. 42
4 Vgotskij L. S., in: Anolli L., Ciceri R., La voce delle emozioni, Franco Angeli, Milano, 1992, p. 24
5 Blanc C., Suvini F., Curare con il suono e la musica, Logisma, 2001, in: Suvini F., Forme e strutture musicali in musicoterapia, Cittadella, Assisi, 2001, p. 4
6 Spaccazocchi M., Musica umana esperienza, Quattro Venti, Urbino, 2000, p. 23

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