lunedì 4 aprile 2016

Aiuta te stesso e aiuterai il mondo



Dopo sedici anni di lavoro in campo sociale mi viene ancora un brivido lungo la schiena quando sento un professionista dire: "gli utenti vengono prima di tutto".
Nella mia esperienza, dietro questa frase ho trovato spesso un grande vuoto umano.
Prima di essere professionisti, siamo persone, chiamate a crescere e migliorarci continuamente, perché è questo che offriamo quotidianamente alle persone con cui lavoriamo.
Solo lavorando continuamente sul nostro benessere possiamo offrire benessere a qualcuno.
Qualcuno pensa davvero che ciò che facciamo sia più importante di "COME" lo facciamo?
Possiamo forse ridurre il nostro lavoro ad una mero svolgimento di azioni e sorrisi?
Può un professionista preoccuparsi più della buona riuscita dell'attività che del proprio modo di vivere la relazione?
Può un responsabile preoccuparsi più della perfetta organizzazione che dei rapporti umani e del clima di benessere dei, e fra i, propri collaboratori?
E' questo che significa "aiutare l'altro"?

Raramente cito uno psicologo, ma non trovo parole migliori di quelle di Jung.

«Tu non devi intervenire sull’Altro, ma su di te, a meno che l’Altro richieda il tuo aiuto o la tua opinione.Comprendi tu quello che l’Altro fa? Mai… D’altronde come potresti? E un altro comprende ciò che fai tu? Da dove viene il diritto di avere opinioni sugli altri o di agire su di loro?
Tu hai trascurato te stesso, il tuo giardino è pieno di erbacce, e tu vuoi insegnare al tuo vicino l’ordine e fargli notare i suoi difetti! Perché hai da tacere sugli altri? Perché ci sarebbe molto da dire sui tuoi propri demoni.

Ma se tu hai opinioni sull’Altro e agisci senza che lui abbia chiesto la tua opinione o il tuo consiglio, lo fai perché non riesci a distinguere te stesso dalla tua anima.
Tu stesso hai bisogno del tuo aiuto; devi tenere pronti per te stesso opinioni e buoni consigli anziché correre dagli altri a offrire comprensione e a voler dare aiuto. Che cosa sono dei demoni che non agiscono per conto loro?
Perciò lasciali agire, ma non attraverso di te, altrimenti tu stesso sarai un demone per gli altri.
Lasciali a loro stessi, e non volerteli accaparrare con amore maldestro, apprensione, prudenza, consigli e altre presunzioni. Altrimenti faresti il lavoro dei demoni, saresti tu stesso un demone e finiresti nella pazzia.
I demoni però gioiscono della pazzia degli uomini indifesi che vogliono consigliare e aiutare gli altri.
Perciò taci, e compi in te stesso l’opera di redenzione; allora i demoni dovranno tormentare se stessi, così come tutti i tuoi simili, che non distinguono se stessi dalla propria anima e si lasciano perciò ingannare dai demoni.
E’ crudele abbandonare a se stesso il proprio simile accecato? Sarebbe crudele se tu potessi aprirgli gli occhi.
Ma tu potresti aprirgli gli occhi soltanto se lui ti richiedesse la tua opinione e il tuo aiuto. Se però non richiede il tuo aiuto, allora non ne ha bisogno. Se tu, malgrado questo, imponi a lui la tua opinione, allora per lui tu sei un demone e aumenti il suo accecamento, poiché gli dai un cattivo esempio.»
(“Prove” – dal “Libro Rosso” di Carl Gustav Jung)

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