Qualche settimana fa mi è arrivata questa
immagine; certo è una delle solite
frasette che girano spesso in rete, ma per me è stato lo stimolo per un’ennesima
riflessione su come vivo io la musicoterapia.
Una delle cose che mi riesce difficile ancora adesso è spiegare
cos’è la MT a chi non ne sa nulla; cosa facciamo noi di diverso da un
educatore, un medico o uno psicologo?
Non parlo del mezzo relazionale che, ovviamente, è unico; né
dell’obiettivo ultimo del nostro percorso: noi sviluppiamo relazioni attraverso
la musica.
Ma c’è di più.
Qual è lo scopo delle nostre singole azioni? Perché, se
un dato paziente manifesta quel comportamento, c’è bisogno della nostra
figura e non di un’altra?
Perché noi quel comportamento lo viviamo! Lo
attraversiamo insieme al nostro paziente.
Altre figure osservano quel comportamento per cercarne
le cause e stabilirne le cure, e sono mestieri con cui è importante
collaborare per il benessere ultimo del paziente.
Tuttavia, chiedersi il “perché” di un comportamento
significa indagare nel passato di una persona con la speranza che ciò le porti
un miglioramento nel futuro.
Ma il presente? Chi vive il presente insieme a quella
persona?
Per noi musicoterapisti quel comportamento non è il sintomo di una
patologia ma una forma di espressione con cui entrare in contatto. Quel
comportamento “è” il nostro paziente in
quel momento.
È una differenza non da poco che forse abbiamo sperimentato
anche sulla nostra pelle; quanti consigli inutili hanno riempito i nostri
momenti difficili mentre ci siamo sentiti soli dentro al nostro problema.
Molto spesso si pensa di aiutare chi vive una difficoltà
sviandola dal presente e facendole pensare al futuro.
Nella frase del Dalai Lama
leggo invece un invito a stare nel presente e viverlo per quello che è; il
difficile compito di chi vuole essere davvero di aiuto agli altri è ESSERGLI
VICINO NEL PRESENTE.
Se oggi Matteo batte un legnetto o resta zitto per un’ora, è
importante essere li con lui a battere quel legnetto o restare zitti.
Quando tratti una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre, qualunque sia il risultato.
Patch Adams
Secondo Plutchik AMORE è un’emozione composta
dalla unione di GIOIA e ACCETTAZIONE. Ed è tutto dire.
Lasciamo ai medici l’indagine di cause e colpe; noi
occupiamoci della persona, adesso; accettandola per quella che è.
Nessun commento:
Posta un commento