lunedì 10 novembre 2014

MusicoTerapia negli stati vegetativi


PREMESSA: Dopo 4 mesi di sedute individuali  su 6 pazienti in stato vegetativo mi è stato chiesto di spiegare il tipo di intervento proposto e i risultati raggiunti. A questo incontro erano presenti i parenti dei soggetti trattati, i parenti di futuri possibili pazienti e il personale medico e psicologico del centro.
Ho quindi deciso un taglio fra il discorsivo e lo scientifico, supportato da parecchio materiale multimediale.

Non è mai facile spiegare la musicoterapia, men che meno la terapia vibrazionale.
La gente associa sempre questa parola alle musiche popolari e all'immagine di allegria e contesto di gruppo che la pubblicità, e la televisione in genere, associa spesso all'idea di benessere.
La musicoterapia invece è una formazione che abbraccia molti campi: medicina, psichiatria, neurologia, psicologia, fisica, sociologia e, non ultima, una profonda conoscenza del parametro sonoro musicale.


Per spiegare la terapia vibrazionale vorrei partire da alcuni documenti di uno studioso che ci ha lasciato proprio in questi giorni: Masaru Emoto.
Negli anni ottanta Emoto si è messo in testa di prelevare campioni d’acqua in vari paesi del mondo, ha congelato le provette e ne ha fotografato i cristalli.


Le formazioni cristalline rilevate non sembravano adeguarsi perfettamente alle teorie scientifiche sui cristalli d’acqua.
Guardate per esempio nelle varie zone degli stati uniti che forme assume l’acqua


Cos'è che da la forma ai cristalli dell’acqua?
Certo la scienza ci parla di pressione e temperatura, ma se questi fattori rimangono costanti, come sostiene Emoto, devono necessariamente esistere dei fattori ambientali di cui nessuno aveva mai tenuto conto.
Probabilmente Emoto si è ricordato di alcuni studi di cimatica che hanno dimostrato la capacità dei suoni di dar forma a particelle di materia, studi che già da anni avevano sorpreso i ricercatori di tutto il mondo.
Decise così di far ascoltare allo stesso campione di acqua, musica di diverso genere.
Ecco alcuni risultati.


Emotò riuscì così a dimostrare al mondo (a parte gli scienziati più ortodossi) che le vibrazioni sonore hanno un forte impatto sull'acqua, per non dire sull'ambiente in genere.
Se pensiamo che il nostro corpo è composto per il 70% di acqua (circa) possiamo intuire come la musica che ascoltiamo possa influenzare le cellule del nostro corpo.
Ma Emoto notò anche che nessuno di questi campioni riesce a raggiungere una figura geometrica ben definita, e continuò la sua sperimentazione con delle frequenze definite, singole vibrazioni.
Ecco alcuni dei risultati.


Questo studio ci dice che il modo stesso in cui parliamo e l’accordatura dei vari strumenti della musica che ascoltiamo produce risultati diversi sull'acqua e su tutte le forme di vita che ne sono alimentate.

Ecco perché non ci sentiamo tanto bene se riceviamo delle minacce mentre un grazie ci mette di buon umore.
Se non bastasse vi propongo il video di un esperimento molto suggestivo.


LA CIMATICA

Nel 1967 Hans Jenny perfezionò una serie di studi, nati da Galileo, sulla capacità del suono di influenzare la materia; tali studi diedero ufficialmente vita al ramo della fisica chiamato Cimatica (“Kimatic” è il titolo dello studio pubblicato da Jenny) i cui risultati sono alla base del nostro lavoro terapeutico.


Questo è il simbolo che le discipline orientali associano all’OM, il mantra più antico usato per la meditazione.
La foto però non proviene da un testo Buddista ma da un apparecchio costruito da Jenny: una base vibrante su cui si è posizionata della polvere di licopodio. Quando si è collegata questa base ad una riproduzione del mantra OM, la polvere si è posizionata nella figura che vedete.

Gli studi di cimatica di Jenny e quelli di Emoto arrivano agli stessi risultati: il suono ha un ruolo importante nel nostro equilibrio fisico e da qui al nostro benessere psichico.
Ma gli studi di Cimatica vanno più a fondo nel definire la differenza dei vari suoni.


Per spiegare il concetto di frequenza dovrei dilungarmi sui principi di acustica, ma li lascio volentieri alle vostre ricerche personali.
Per spiegare questa foto dico soltanto che le famose sette note che tutti conosciamo sono solo alcuni degli infiniti suoni esistenti.
Nello specifico, vediamo nella foto superiore un Do secondo un'accordatura a 432Hz mentre in quella sottostante un Do con accordatura a 440Hz.
Si può chiaramente osservare come la forma della prima foto sia molto più definita.


Lo vediamo ancora meglio rispetto al RE...

... e in modo chiarissimo sul SI.

Ora immaginate che al posto della sabbia ci siano le cellule del vostro corpo; preferite ascoltare musica basata sulle frequenze della foto in alto o quella in basso?

Mi spiace comunicarvi che in tutto il mondo 
si registra musica con intonazione a 440Hz.
Per questo esiste la musicoterapia!

Fortunatamente già da alcuni anni ci sono musicisti che stanno iniziando a comporre musica e a registrare alcuni brani famosi della musica classica e leggera a 432Hz.
Ci sono poi alcuni studiosi in vari campi legati alla medicina, che hanno cominciato a verificare gli effetti sull'uomo delle varie frequenze.
Si è però osservato che gli effetti non sono standardizzabili ed ogni persona reagisce in modo differente alle diverse musiche e frequenze.
Il mio lavoro è appunto quello di verificare quali suoni sono d'aiuto per i nostri pazienti.
A tal fine si può agire in più modi: attraverso l'ascolto di gruppo, l'ascolto individuale e la vibrazione diretta sul corpo.
Per il primo intervento è sufficiente uno stereo di buona qualità, per il secondo un paio di cuffie ma per il terzo intervento utilizzo un apparecchio che utilizza lo stesso principio della macchina di Jenny che abbiamo visto prima.
Posizionando l'apparecchio sul corpo, in appositi punti di maggior risonanza, si trasforma l'intero scheletro in corpo vibrante con un effetto immediato sulle cellule, sui tessuti e sugli organi interni.

A questo punto qualcuno si chiederà qual'è il legame fra il suono, la materia e l'uomo che giustifica questo tipo di intervento.
Ecco un video molto illuminante.


Dopo questa lunga premessa sulla terapia vibrazionale, veniamo ora allo scopo del lavoro: La Terapia per gli Stati Vegetativi.


L’intervento che ho effettuato in questi mesi, utilizzando proprio frequenze nate da questi studi, si proponeva di raggiungere questi obiettivi.

A tal proposito ho individuato alcuni parametri di osservazione che non necessitassero di apparecchiature sofisticate, ma che allo stesso tempo potessero essere di facile osservazione per evitare “impressioni personali”.
Da questa tabella possiamo notare che la frequenza del respiro, cioè il tempo impiegato per un respiro completo, è il parametro che ha subito il maggior numero di modifiche dopo l’intervento.
A seguire, un considerevole risultato si è avuto proprio sulle modalità personali del respiro: cioè il respiro affannato, quello impedito da catarro, il respiro irregolare, la capacità di riempimento dei polmoni e la presenza di apnee.
Direttamente legate a questi parametri, sono le osservazioni sulle modifiche del comportamento.


Ovviamente ogni paziente reagisce in modo diverso ad ogni parametro e ad ogni proposta singola.
Ma qui entriamo nella privacy dei pazienti …

C'è però un altro dato da rilevare in caso di pazienti in stato vegetativo: capire se e come il suono agisce sull'aspetto cognitivo. Le informazioni su questo tipo di paziente sono molto poche e attualmente non siamo in grado di perlustrare questo ambito.
Possiamo però trarre delle considerazioni illuminanti da alcune ricerche su quello che noi definiamo "mondo vegetale".




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